Simex ART 1000: la rigenerazione a freddo dell'asfalto

luglio 25, 2023

Simex ART 1000: la rigenerazione a freddo dell'asfalto

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Simex ART 1000 è una tecnologia di rigenerazione a freddo dell'asfalto che apre al riciclaggio stradale nei piccoli cantieri urbani


Simex ha lanciato la tecnologia ART, acronimo di Asphalt Regeneration Technology, che promette di essere rivoluzionaria soprattutto nel comparto della cantieristica urbana. Il grosso plus di questa nuova tecnologia è la capacità di rendere maggiormente fruibile la pratica del riciclo e rigenerazione a freddo dell’asfalto, finora utilizzata grandi lavori stradali e autostradali, quindi con macchine da ingombri e costi operativi elevati. Il riciclaggio a freddo sarebbe invece particolarmente centrato in cantieri urbani per sistemazioni e ripristini di pavimentazioni stradali, dove le macchine non possono essere eccessivamente ingombranti e i costi devono risultare decisamente più contenuti.


Simex ART 1000: l'evoluzione è anche chimica


La nuova tecnologia ART è stata sviluppata da Simex sulla base delle scarificatrici PL, in particolare sulla PL1000 che lavora con una larghezza operativa di un metro. Lo sviluppo di questa attrezzatura non ha toccato solo il lato ingegneristico del progetto meccanico. La ART1000 è stata pensata sia insieme al DICAM, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, sia in collaborazione con Iterchimica, azienda italiana specializzata nello studio e produzione di additivi chimici specifici. Il motivo è presto spiegato.Il riciclo a freddo si basa infatti sulla rigenerazione del materiale fresato in modo che possa essere immediatamente ricompattato. Una buona fetta dello sviluppo di questa tecnologia si è pertanto concentrata sul corretto dosaggio di additivi da utilizzare sul substrato fresato, da fornire in quantità differente in base alla profondità di lavoro e alla velocità di avanzamento della macchina. Insomma si tratta di una miscelazione meccanico-chimica che permette di ottenere un prodotto finale di elevata qualità, oltre a favorire l’ottimizzazione del mescolamento.


Il metodo Simex: come funziona


Simex ART contempla un’unica attrezzatura. Il cantiere mobile, con una squadra di pochi addetti, è rapido e snello nella sua composizione, poiché tutto l’occorrente può essere trasportato in sito con un rimorchio su cui caricare la fresa-miscelatrice, la pala compatta, un compattatore oltre a uno spandicemento. Le operazioni di cantiere si articolano in tre fasi. Inizialmente si aziona solo il tamburo fresante di Simex ART a una profondità compresa tra i 5 e i 7 cm, a seconda dell’entità dell’ammaloramento, nebulizzando all’occorrenza acqua per garantire l’abbattimento delle polveri. Dopo aver distribuito del cemento sul fresato ottenuto, si procede con una seconda passata azionando anche il secondo tamburo, quello miscelatore, che mescola il fresato all’additivo; il corretto dosaggio proporzionale di prodotto è garantito dalla presenza di una ruota di rilevamento della velocità di avanzamento. È a questo punto che si nebulizza acqua per ottenere il corretto tasso di umidità del fresato. In ultimo si procede alla compattazione. Il risultato finale è un conglomerato bituminoso rigenerato al 100%, immediatamente calpestabile e altamente sostenibile. È possibile che, dopo la fresatura, il materiale richieda un secondo passaggio prima di essere miscelato. Occorre, in pratica, che la granulometria del materiale abbia determinate caratteristiche tecniche prima dell’aggiunta dell’additivo.


I vantaggi operativi


Con Simex ATR il ripristino dell’ammaloramento avviene in modo funzionale, veloce e duraturo nel tempo. Il cantiere stradale è ridotto e dinamico e comprende pochi attrezzi, tanto che vengono tagliati drasticamente tutti i costi di gestione o trasporto di materie prime. I vantaggi sono, ovviamente, anche ambientali poiché si riutilizza il 100% del materiale in sito mentre la rigenerazione dell’asfalto è ripetibile anche in manutenzioni successive. Vengono impiegati materiali ecocompatibili, mentre non si effettua nessuna movimentazione e gestione di rifiuti speciali.


Simile, ma non identico, a un riciclaggio a freddo


Da quanto abbiamo descritto, ne consegue che il processo è concettualmente riconducibile a un recupero in sito, in modo del tutto analogo al riciclaggio a freddo ma, tuttavia, con due differenze sostanziali: in primis lo spessore massimo non può mai essere superiore ai 10 cm; in secondo luogo la superficie diventa transitabile nell’arco di brevissimo tempo (in relazione alle condizioni di maturazione della miscela) senza fare uso di alcuna stesa di nuovo materiale.

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